Questione di fiducia...
Siamo alla quinta giornata di campionato e Davide non è ancora sceso in campo dall’inizio della stagione. C’era un accordo tra me e lui da inizio anno che consisteva nel farlo rientrare gradualmente, dopo un infortunio importante che aveva subito. Sono però passate diverse settimane dall’inizio del campionato e Davide, sempre convocato alle partite dal sottoscritto in quanto sempre allenatosi, non è mai subentrato. Termina una partita in cui non giochiamo bene e pareggiamo contro un avversario più debole e Davide, a differenza di tutte le altre volte in cui era stato esemplare nel suo ruolo di panchinaro, rientrati negli spogliatoi chiede la parola davanti a tutti ed inizia dire: “Non mi faccio prendere per il culo da te, mister. Tu mi sottovaluti!” Io provo a dirgli che il suo momento sarebbe arrivato, che si stava allenando bene e che non prendevo in giro nessuno ma lui non si calma anzi inizia ad urlare gli stessi contenuti detti precedentemente. A quel punto decido di abbandonare lo spogliatoio e torno a casa sommerso dei pensieri. Non mi era mai capitato che un ragazzo avesse una reazione del genere nei miei confronti. I giorni successivi sono di riflessione e confronto soprattutto con Alberto e la mia convinzione è che un ragazzo non possa pensare che il proprio mister lo prenda in giro. E se lo pensa, un ragazzo o il mister, nei confronti della squadra, devono fare un passo indietro. All’allenamento successivo mi stupisce vederlo insieme ai suoi compagni, pronto ad allenarsi in perfetto orario. Allora decido di parlarci qualche minuto prima di iniziare l’attività e dopo essersi scusato per i modi, mi dice che è convinto che io non mi fidi di lui, di quello che può dare alla squadra anche in campo. Rispondo che non credo sia così ma ci penso su. Gli allenamenti successivi sono impeccabili da parte sua al punto che mi dico: se veramente ho ragione io, se veramente non sto sottovalutando questo ragazzo, perché non dagli un’occasione visto l’impegno che ci mette? Decido di farlo giocare nella successiva gara e gioca bene. La giornata dopo decido quindi di rifarlo giocare e gioca ancora meglio. Da quel giorno Davide viene utilizzato più o meno con lo stesso minutaggio dei suoi compagni tecnicamente più avanti di lui, perché in campo sopperisce a ciò con una diligenza utile all’interno della partita. Davide ad oggi è diventato una risorsa importante per la nostra squadra ma soprattutto da quell’episodio mi ha aiutato a riflettere e mi ha fatto rendere conto che aveva ragione lui. Non stavo dando fiducia ad un ragazzo che magari non era bravo come i suoi compagni ma poteva dare tanto, a tutti, anche in campo. Mi ha fatto quindi riflettere sull’importanza di avere e dare fiducia all’interno di un gruppo/compagnia, in cui si condivide un percorso di vita spronato da un desiderio comune (in questo caso crescere insieme, col calcio). Concetto, quello della fiducia, spesso abusato e male interpretato ma che se si riesce a farlo diventare proprio e a metterlo in pratica nel modo giusto, diventa motivo di crescita personale e collettiva in questa splendida avventura che è la vita.
Simone (mister di Forum Dinamica)
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